Authors:
Curatolo Calogero
Pubblication Date: 2019-10
Printed on: Volume 1, Special Issue - I Congresso FNO TSRM PSTRP, Publications
INTRODUZIONE
L’instabilità gleno-omerale e’ una patologia caratterizzata dall’incapacità della testa omerale a rimanere centrata nella cavità glenoidea durante alcuni specifici movimenti della spalla. La stabilità dell’articolazione gleno-omerale dipende dagli stabilizzatori statici (cercine glenoideo e congruità articolare) e stabilizzatori dinamici (tendini della cuffia dei rotatori). Quando questi stabilizzatori sono parzialmente e/o totalmente lesionati ci troviamo di fronte ad una situazione, rispettivamente di sub-lussazione e lussazione gleno-omerale.
L’artro-RM della spalla è considerata la metodica “gold-standard” nello studio della patologia articolare della spalla e differisce dalla RM della spalla di “base” per l’INTRODUZIONE all’interno della capsula articolare di MdC fortemente diluito con NaCl rendendo lo studio della spalla piu’ preciso e completo ai fini della diagnosi di minutissime alterazioni che minano l’integrità della struttura capsulo-legamentosa-labrale.
Negli ultimi anni, grazie all’INTRODUZIONE di tale tecnica, sempre più pazienti, soprattutto sportivi, vengono indirizzati dagli specialisti ortopedici ad effettuare l’artro-RM della spalla con risultati soddisfacenti.
OBIETTIVI
L’artro-RM della spalla costituisce l’esame piu’ panoramico e completo per una valutazione accurata degli intimi rapporti fra le varie componenti dell’articolazione gleno-omerale,individuando con elevata’ sensibilita’ eventuali lesioni legamentose e fibrocartilaginee. La finalita’ di tale abstract e’ quella di suggerire un pratico approccio tecnico di tale metodica nel mondo dell’imaging di risonanza magnetica.
MATERIALI E METODI
Verranno prese in analisi le varie fasi di esecuzione di un corretto protocollo di Artro-RM nella spalla RM in aggiunta allo studio convenzionale, dall’INTRODUZIONE del Mezzo di Contrasto, al posizionamento del paziente, alla scelta della bobina , dei piani e di studio e delle sequenze.
RISULTATI E CONCLUSIONI
Terminato l’esame RM convenzionale della spalla, il paziente viene condotto in sala ecografica per l’iniezione intra-articolare eco-guidata di Mezzo di Contrasto, generalmente di circa 12 cc di Gd-DOTA diluito al 0,4-0,8% in soluzione fisiologica (con eventuale aggiunta di lidocaina) eseguita dal Medico Radiologo, utilizzando una siringa con ago tipo “Butterfly” (23G).
Il paziente viene, quindi, nuovamente condotto in sala RM (ottimale se RM ad elevato campo: 1,5 T o 3T) per eseguire il completamento dell’esame mediante artro-RM, e viene posizionato supino, con il braccio extraruotato o almeno in posizione neutra, in modo tale da distendere il tendine del muscolo sottoscapolare. All’articolazione viene applicata una bobina dedicata phased-array “shoulder” multicanale che riceve il segnale che sarà poi trasmesso dal magnete alla consolle.
I piani di studio sono:
- assiale: su localizzatole coronale, esteso dall’art. Acromion-claveare fino al recesso ascellare, parallelo al tendine sovraspinoso;
- coronale obliquo: su localizzatole assiale, deve coprire interamente la cuffia dei rotatori ed essere parallelo al t.sovraspinoso;
- sagittale obliquo: su localizzatole assiale e coronale obliquo, deve essere parallelo alla glena scapolare e giungere fino al M. Deltoide;
- ABER (ABducted and Externally Rotated Arm): su localizzatole coronale, con arto abdotto ed extra-ruotato, facendo porre al paziente la mano dietro la nuca o il capo formando un angolo di 45°, il piano deve essere parallelo alla diafisi omerale e perpendicolare al profilo glenoideo. Tale posizione, migliora la visualizzazione dell’articolazione gleno-omerale perché riduce la tensione esercitata dalla cuffia dei rotatori permettendo al MdC di fluire facilmente all’interno di qualunque lesione migliorando in questo modo la sensibilita’ dell’esame e facilitando la diagnosi da parte dello specialista.
Il protocollo di studio, dopo la puntura articolare, prevede:
- Sequenze di localizzazione: per un’adeguata centratura, per la corretta scelta dei piani e per verificare l’avvenuta corretta INTRODUZIONE di Mdc;
- Sequenze SE DP SPAIR o FSE T1 fat-sat: con la soppressione del segnale del grasso si consente di ottenere delle immagini in cui si evidenzia bene il contrasto tra segnale del grasso, dell’acqua e del Gadolinio potendo quindi evidenziare eventuali lesioni anche parziali delle componenti della cuffia dei rotatori, consentendo un ottimo studio dell’anatomia delle strutture tendinee;
- Sequenze 3D GRE T1 Fat Sat, ad alta risoluzione, con possibilità di successive ricostruzioni MPR, per un ottimale studio delle strutture capsulo-labro-ligamentose.
Il tempo di acquisizione totale varia dai 15 ai 30 minuti, dopo l’INTRODUZIONE intra-articolare di MdC.
In conclusione, l’artro-RM della spalla e’ considerata attualmente la metodica per eccellenza nella valutazione delle varie patologie interessanti l’articolazione della spalla, grazie alla possibilita’ di andare ad individuare lesioni che interessano non solo tendini e muscoli della cuffia dei rotatori e strutture scheletriche, ma soprattutto il complesso capsulo-legamentoso-labrale, di sovente interessato nell’instabilità di spalla. L’iniezione intrarticolare e la tecnica ABER inoltre hanno dimostrato, in numerosi studi, una utilita’ nel chiarire riscontri equivoci o fare diagnosi non evidenziabili con la risonanza della spalla tradizionale.