Submission Date: 2019-07-16
Review Date: 2019-07-24
Pubblication Date: 2019-07-29
Printed on: Volume 1, Issue II
Pages: 69-73
Abstract:
Introduzione
Ciò vede l’igienista dentale costantemente impegnato sul fronte del counselling antitabagico, nell’ottica di un’attività di prevenzione volta alla tutela della salute del cavo orale, attraverso l’informazione delle manifestazioni orali derivanti dall’uso del tabacco e degli effetti avversi sulla salute sistemica (17).
È noto che l’uso del tabacco sia uno dei più importanti fattori di rischio modificabili per l’incidenza delle patologie parodontali e perimplantari: il fumo non soltanto aumenta il rischio che si sviluppi la malattia, ma altera la risposta alla terapia parodontale non chirurgica, limita i successi della chirurgia implantare e crea modificazioni importanti nel cavo orale (8).

L’alternativa al fumo convenzionale è rappresenta dalle e-cigs, meglio note come sigarette elettroniche, pubblicizzate come trattamento sostitutivo della nicotina (NRT) e che hanno acquisito crescente attenzione e popolarità da parte degli utenti utilizzatori (21).
In Italia, secondo stime recenti, le e-cigs sono enormemente diffuse: gli utilizzatori abituali e occasionali di e-cigs sono circa 1,1 milioni. Di questi il 60,3% sono fumatori, il 32,3% sono ex-fumatori e il 7,4% non ha mai fumato. La maggior parte degli utilizzatori (75,3%) è rappresentata da consumatori duali che fumano le sigarette tradizionali e contemporaneamente l’e-cig, in particolare quelle contenenti nicotina. Per quanto riguarda l’uso dei prodotti del tabacco di nuova generazione (tabacco riscaldato), li ha provati il 2,7% della popolazione, circa 1,4 milioni di persone. Di questi il 54,5 sono fumatori, l’11,4 ex fumatori e il 34,1 non ha mai fumato. La notorietà di questi prodotti in tre anni è quasi triplicata passando dal 21,5% al 52,3% (24).

Il vaping è sempre più popolare, non soltanto tra gli adulti, ma anche tra i giovanissimi, che iniziano a svapare per curiosità, per imitazione dei coetanei, per voglia di sentirsi più grandi o, erroneamente, pensando che non abbia nessun impatto sulla salute (21). Secondo quanto emerso dalla terza raccolta dati della sorveglianza Gyts, Global Youth Tobacco Survey, citata sul portale dell’Epidemiologia per la Sanità pubblica dell’ISS e promossa dall’OMS, nel monitoraggio dei comportamenti a rischio legati alla salute dei ragazzi nella fascia di età compresa tra 11 e 15 anni, la diffusione delle e-cigs è assolutamente paragonabile alle sigarette convenzionali ed in media si comincia intorno ai 13 anni di età (23).
L’ampia divulgazione di tali dispositivi ha rappresentato e continua ad essere un vero fenomeno, che ha sollevato diverse preoccupazioni sulla possibilità di effetti avversi sulla salute, sia per gli utenti primari, vapers, sia per le persone esposte ai relativi vapori (4).
Materiali e metodi
Al fine di migliorare la conoscenza in quest’ambito e l’informazione nell’attività di counselling, è stata analizzata la letteratura più recente, con lo scopo di indagare i nuovi scenari di rischio possibili per la salute orale e sistemica.
Le e-cigs nascono come dispositivi pensati per l’inalazione di vapore di liquido aromatizzato, derivante dal riscaldamento di una soluzione liquida che, oltre a vari aromi e sostanze, acqua, glicole propilenico e glicerina vegetale, può contenere o meno nicotina, a seconda della tipologia scelta (22). Le e-cigs riproducono la stessa gratificazione sensoriale che normalmente deriva dalle sigarette tradizionali, motivo per cui molte persone provano ad usarle per smettere di fumare (22). Si è passati dalla prima generazione rappresentata da un dispositivo monouso simile a una sigaretta (cig-a-like), alla seconda generazione ovvero una penna vape di medie dimensioni con un serbatoio monouso (vape-pen), fino ad arrivare alla terza generazione evolutasi in un vaporizzatore personale avanzato (APV) con serbatoio ricaricabile.(22) Ultima, sul mercato, la quarta generazione, soluzione ibrida tra e-cig e sigaretta convenzionale, dispositivo a riscaldamento di tabacco per generare un aerosol contenete nicotina, pob-mod o hnb (heat mot burn).

Un sondaggio condotto su un largo numero di consumatori e pubblicato sull’International Journal of Environmental Research and Public Health, ha coinvolto 19.000 svapatori ed ha indagato circa i benefici e gli effetti collaterali percepiti dagli utilizzatori di e-cigs, evidenziando come l’uso dei devices elettronici sia diversamente percepito tra i vapers. (7)

Risultati
Alcuni dei primi studi avevano affermato che, rispetto alle sigarette convenzionali, l’assenza di combustione nelle e-cigs, evitasse l’inalazione dei sottoprodotti cancerogeni derivanti dalla combustione stessa, ritenendole, nelle fasi iniziali, più sicure; inoltre nelle e-cigs non erano stati riscontrati tra i componenti sostanze quali catrame, benzene e diversi idrocarburi policiclici aromatici, sostituiti con liquidi, presumibilmente meno dannosi (3).
Ciò che successivamente ha destato allarme nel mondo della ricerca sono state proprio le sostanze contenute nel liquido aromatizzatore, in modo particolare glicole propilenico e glicerina vegetale (3).

Il glicole propilenico (PG) è usato come solvente per sciogliere gli aromatizzanti nel liquido ed è associato a sintomi di intollerabilità. Per coloro che inalano vapori di glicole propilenico si potrebbero presentare sintomi come secchezza delle fauci o respiro corto (allergia al PG); in tal caso è necessario utilizzare basi senza PG e con una percentuale maggiore di Glicerina Vegetale (VG) come veicolo (3).
La glicerina vegetale (VG), contenuta anche negli sciroppi per la tosse, ha la funzione di produrre vapore più denso e più spesso, poiché è un liquido denso e viscoso (3).
Ecco perché i “cloud chaser”, definito chi inspira e poi espelle grandi quantità di vapore dai polmoni in vere e proprie competizioni dello svapo, prediligono liquidi con più alta concentrazione di VG; con poca VG, infatti, la produzione di vapore sarà debole e il liquido da svapo non replicherà in maniera soddisfacente l’esperienza sensoriale del fumo (13).
Dalla decomposizione termica del PG e della VG deriva la formazione di aldeidi, in modo esponenziale rispetto alla concentrazione di composti aromatizzanti (12).
Le aldeidi sono ritenute cancerogene, collocate dallo IARC di Lione nel gruppo 1, ed il loro accumulo aumenta il rischio di neoplasie, deteriorando il gene oncosoppressore BRCA2, capace di riparare il DNA danneggiato e di sopprimere la proliferazione cellulare incontrollata tipica delle cellule cancerose (12).
Le conoscenze scientifiche relative all’esposizione alle e-cigs ed alle loro proprietà fisico-chimiche si sono notevolmente accresciute, associando il loro utilizzo anche all’esposizione di particolato (PM) ed inquinanti gassosi (25).
L’elevato livello di PM, la distribuzione delle dimensioni e la presenza di sostanze chimiche nelle emissioni di e-cigs sono soltanto alcuni degli aspetti indagati, nell’ambito della comunità scientifica, relativamente al link tra effetti respiratori e biologici e potenziale tossicità di e-cigs (20).
Sebbene siano state segnalate alcune discrepanze nella dimensione del picco delle particelle, che vanno da 24-36 nm a 250-450 nm, la maggior parte della letteratura riporta le dimensioni di picco PM nell’intervallo di 100 nm-200 nm (19, 11, 16).
È documentato un rischio di esposizione a vapore passivo, derivante dall’uso delle e-cigs indoor, associato alla produzione di particelle ultra fini FP/UFP e rilascio di composti organici volatili (VOC), determinando una nuova fonte di inquinamento atmosferico. Componenti di spicco nella fase gas sono 1,2-propandiolo, 1,2,3-propanetriolo, diacetina, aromi e tracce di nicotina (5).
Lo svapo è stato associato ad un aumentato rischio di dispnea e sintomi respiratori correlati. I vapers presentano un rischio più basso di respiro sibilante, wheezing, e sintomi respiratori correlati rispetto ai fumatori o ai doppi utilizzatori, ma superiori ai non utilizzatori (14).
La presenza di questi sibili è un campanello d’allarme da non sottovalutare, in quanto fattore di rischio per lo sviluppo di altra patologia. Ad esempio, un soggetto con wheezing in lunga anamnesi potrebbe subire un attacco cardiaco. (6, 18)
Per quel che concerne l’aspetto legato alle implicazioni sull’apparato cardiocircolatorio, uno studio recentemente presentato dall’American Heart Association ha confermato che, come le sigarette tradizionali, le e-cigs sono associate a rischio cardiovascolare, causando un aumento della rigidità arteriosa, con conseguenti danni cardiaci. (1)

Nello specifico, l’uso quotidiano di sigarette elettroniche si associa ad una probabilità significativamente aumentata, Odds Ratio: 1,79, di aver un attacco cardiaco, infarto del miocardio, così come il fumo di sigaretta convenzionale giornaliero, OR: 2,72. (1)
Un numero limitato di studi in letteratura ha affrontato la tematica del potenziale effetto tossico del fumo elettronico sulla salute orale. Gli agenti aromatizzanti, unitamente alle interazioni chimiche con la nicotina, possono produrre effetti dannosi sul legamento parodontale, sulle cellule staminali e sui fibroblasti gengivali, a causa della generazione di aldeidi e carbonili. Inoltre la nicotina inalata provoca infiammazione, interferendo nella differenziazione dei miofibroblasti e di conseguenza alterando le risposte riparative dell’organismo (10).
I dati relativi all’utilizzo dei dispositivi heat not burn, ovvero delle sigarette che riscaldano il tabacco, a circa 350°C rispetto ai 900°C della sigaretta classica, senza bruciarlo, forniti da studi indipendenti, sono ancora molto esigui in letteratura. I risultati forniti da uno studio pubblicato nel 2017 su JAMA Internal Medicine, commissionato dal governo giapponese con lo scopo di regolamentare il fumo di sigaretta in vista dei giochi Olimpici di Tokio nel 2020, hanno dimostrato che questa generazione di dispositivi, pur contenendo un quinto delle nitrosamine ed un centesimo dell’anidride carbonica della sigaretta convenzionale, mostrano composti organici volatili, idrocarburi policiclici aromatici e monossido di carbonio, pari alle sigarette convenzionali (2). L’unico vantaggio potrebbe essere nella concentrazione inferiore di nicotina, pari all’84% (2). A riguardo è necessario che la ricerca continui ad approfondire gli effetti legati al loro utilizzo.
Conclusioni
Sebbene le e-cigs siano commercializzate come alternativa sicura rispetto alle sigarette tradizionali, il loro utilizzo non sembra essere così innocuo ed ha aperto uno scenario di nuovi rischi per la salute, con numerosi aspetti da approfondire e molti altri ancora da indagare.
Risulta fondamentale l’impegno dell’igienista dentale nel chiarire al paziente vaper tutti gli effetti nocivi che i devices elettronici comportano sia a livello di salute orale, sia sistemica, nonché i benefici derivanti dall’abbandono di tale abitudine ed in tal senso l’igienista dentale riveste un ruolo importante, se non determinante, nel contribuire a migliorare la salute dei pazienti (15).

Includere domande sull’uso del tabacco, in anamnesi, è il primo passo fondamentale per identificare i pazienti che possono beneficiare della consulenza di intervento sulla disassuefazione dal fumo e dal vaping, all’interno dello studio odontoiatrico (17).
Tra le metodiche applicabili in ambito di educazione alla salute, l’intervista motivazionale, come l’ascolto attivo e il “rolling with resistance”, risulta molto utile per affrontare la resistenza incontrata nel paziente, mentre lo si incoraggia ad adottare un cambiamento positivo per allontanare la propria dipendenza da sigaretta convenzionale e/o e-cig (9).
L’intervista motivazionale è una tecnica finalizzata ad esplorare le motivazioni intrinseche del paziente, per attuare un cambiamento basato su un processo collaborativo di ascolto e trasferimento di competenze dall’igienista dentale al paziente, che diviene in grado di prendere decisioni in maniera consapevole ed autonoma.

La vera sfida per ottenere un cambio di paradigma verso la prevenzione resta la motivazione alla salute orale, di cui l’igienista dentale si conferma promotore d’eccezione.
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